I Nets perdono anche la seconda amichevole contro gli Heat

Secondo passo falso nella preseason dei Brooklyn Nets che rimediano una nuova bruciante sconfitta al Barclays Center, questa volta per mano dei Miami Heat.

Rispetto alla prima – poco convincente – uscita contro i Sixers, Steve Nash deve rinunciare a Kyrie Irving che è diventato da poco papà per la seconda volta, e Joe Harris il cui utilizzo viene centellinato in questo inizio di stagione dopo i problemi alla caviglia: il loro posto nel quintetto titolare viene rimpiazzato da Royce O’Neale e Kessler Edwards, mentre negli altri tre posti vengono confermati Ben Simmons, Kevin Durant e Nicolas Claxton. Ancora fuori dai giochi anche Seth Curry e T.J. Warren.

Anche Miami deve rinunciare a numerose pedine, tra cui Tyler Herro (reduce da una contusione al ginocchio nel primo match), Caleb Martin, Gabe Vincent e Victor Oladipo.

La partenza dei Nets nel primo periodo è incoraggiante, con i bianconeri che colpiscono spesso e volentieri da dietro l’arco dei tre punti. Simmons continua a svolgere il ruolo di point guard in attacco, ma il suo apporto maggiore è dal punto di vista degli equilibri difensivi: unitamente a Nicolas Claxton e Royce O’Neale il terzetto bianconero garantisce lunghezza e presenza nel pitturato che permette ai Nets di andare avanti nel punteggio sul + 6 (12-6). Le rotazioni di Brooklyn nella seconda parte del primo periodo non riescono a mantenere la stessa efficacia mostrata dal quintetto titolare: Sumner, Mills, Watanabe e Morris faticano a trovare la via del canestro in attacco, e non garantiscono la stessa copertura in difesa con il risultato di rilanciare le ambizioni degli Heat che si portano sul + 5 (19-14) a due minuti dal termine del primo quarto. Per gli ultimi 120 secondi Nash rimette in campo Simmons e O’Neale ma i padroni di casa continuano a sparare a salve in attacco, chiudendo i primi 12 minuti di gioco con appena 18 punti segnati, contro i 25 messi a segno da Miami.

Le cose non migliorano per i Nets nel secondo quarto, nonostante la presenza sul parquet di Durant e Simmons: la squadra di Nash continua a non trovare la via del canestro, ma a peggiorare è anche la fase difensiva che tutto sommato aveva convinto nei primi dodici minuti: i bianconeri vengono messi sotto torchio da un Duncan Robinson in stato di grazia che fa volare gli ospiti sul + 17 (43-26), facendo calare un silenzio poco rassicurante sugli spalti del Barclays Center. Durant è l’unico a garantire canestri per Brooklyn, ma il sontuoso apporto del numero 7 bianconero (18 punti con un 6/7 dal campo) è pur sempre una goccia in un mare di generale mediocrità offensiva, aggravata anche da un numero spropositato di palle perse, ben 12 nei primi ventiquattro minuti. Sul fronte opposto Jamal Cain (12) e Bam Adebayo (10) assicurano agli Heat un flusso continuo di punti per tutta la durata del secondo quarto, che si chiude in favore degli ospiti sul 61-43.

 

A differenza di quanto accaduto nel precedente match contro Philadelphia, Steve Nash non rinuncia ai titolari al rientro in campo dalla pausa lunga, con l’evidente intento di dare un segnale alla squadra di non mollare, ma come nei primi due quarti Durant sembra l’unico in grado di creare qualcosa in attacco. Al contrario coach Spoelstra può permettersi il lusso di lasciare Jimmy Butler in panchina e far giocare Bam Adebayo con cinque falli, a testimonianza del buon stato di forma e di gioco dei suoi uomini. Il divario tra le due squadre arriva a toccare i 30 punti (81-51), poi leggermente limato nel finale di terzo periodo da un paio di canestri di Markieff Morris, ma alla vigilia degli ultimi dodici minuti Brooklyn è sotto di 23 punti.

Nell’ultimo quarto per i Nets trovano spazio i giocatori fino ad allora inutilizzati come Chiozza, Duke Jr.e Day’rone Sharpe: il giovane centro bianconero offre una buona prestazione in termini di punti nel pitturato, sebbene si possa parlare di una performance realizzata in pieno garbage time. Il punteggio finale di 109-80 rispecchia in maniera piuttosto fedele il divario attuale tra i due team, un divario che coach Steve Nash dovrà cercare di colmare nei pochi giorni che separano i Nets dall’inizio della regular season.

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